Tra i miei motivi d'ispirazione, soprattutto d'inverno, c'è il ciclamino, una delle piante ornamentali più diffuse e apprezzate anche per la lunga durata della fioritura in una stagione non certo ricca di colore. Il nome del genere deriva dalla parola greca kyklos (=cerchio) forse in riferimento alle radici tuberose o chissà forse per il modo in cui sono disposti i petali attorno alla corolla, tale che Plinio nei suoi scritti lo indica anche come "Umbelico della terra".
Una pianta molto attrattiva se guardata con occhio artistico, per la straordinaria intensità cromatica dei petali, per l'eleganza degli steli, per la particolare picchiettatura delle foglie, gentili, a forma di cuore.
Un soggetto perciò da sempre interessante, non soltanto per gli studiosi e appassionati di botanica, ma anche per molti artisti, in particolare tra Ottocento e Novecento, a giudicare dalle molte interpretazioni figurative scoperte in rete.
Un breve "riassunto" di alcune varianti cromatiche dei petali, fra le diverse specie presenti nel nostro territorio, lo si può osservare nella tavola Cyclaam di Anselmus Boëtius de Boodt un erbario datato 1596-1610.
Di lato in basso a sinistra si può leggere:"Ciclamen panis porcinus": le sue radici amare infatti erano apprezzate dai maiali delle campagne, questo perciò ha conferito al ciclamino d'Europa il nome di "pane dei maiali".
Rimanendo nel Seicento, una pianta di ciclamino, dipinto nella sua specificità botanica ma in una visione tridimensionale, con tanto di tubero e radici è dipinto in basso a sinistra nell'opera dal titolo Natura morta con fiori attribuito a Jan Brueghel fra il 1600-1630.
Tra le più affascinanti "scene botaniche", che illustrano questa specie floreale, la tavola "The Persian Cyclamen" dal sontuoso Temple of Flora di Robert Jhon Thorton, medico e botanico inglese che in omaggio a Carlo Linneo, che aveva da poco stabilito il suo nuovo e rivoluzionario sistema di classificazione delle piante, ha realizzato, con l'apporto dei pittori di fiori più rinomati della sua epoca, uno dei testi di botanica più straordinari di tutti i tempi. In questa tavola il ciclamino è inserito in un paesaggio all'imbrunire caratterizzato dalla presenza in lontananza di un'architettura di rimando medievale. I fiori bianchi emergono elegantemente in primo piano, illuminando una composizione che esprime il gusto del tardo Settecento, uno stile che nei decenni successivi si concretizzerà in Europa nella corrente culturale romantica in letteratura e nelle arti figurative.
Una visione dove la pianta è protagonista principale della "scena" è simile all'interpretazione che ne darà 150 anni dopo, l'artista ucraino David Burliuk il "padre del futurismo russo" il quale approdò nella maturità ad uno stile neo-primitivo come evidente in questo dipinto: David Burliuk, Ciclamini, 1954
Fra le numerose illustrazioni botaniche, la settecentesca "Cyclamen Europaeum" in J.J. Plenck, Icones Plantarum Medicinalium, 1788-1803, presenta in bella mostra le ampie foglie "reniformi" e il suggestivo contrasto di tinte da tener presente come esempio di palette per un progetto di design.
Un'interpretazione pensabile come un mix fra arte e scienza è stata quella realizzata nella seconda metà del '700 dall'artista inglese Mary Delany, che a 72 anni iniziò a produrre una serie di 985 composizioni floreali molto dettagliate con la tecnica in collage o "mosaico" come li chiamava lei, talmente curate da sembrare acquerelli. La sua storia particolare è raccontata nel seguente link blog del British Museum.
Un realismo scientifico accostabile all'acuta interpretazione che ne ha dato circa due secoli dopo Lucian Freud: il suo ciclamino emerge nello spazio fisico con una decisa concretezza plastica, silenziosa e monumentale.
Il nero dello sfondo di Mary Delany, superficie che contiene i luminosi bagliori dei petali, è accostabile ai "Ciclamini" del 1860, di Henri Fantin-Latour artista francese dallo stile realista e simbolista. Una interpretazione certamente anticipatrice per l'epoca: è già una pennellata pre-impressionista quella che frange i bianchi della luce fondendola con i petali del fiore.
Con un delicato pittoricismo, Koloman Moser, artista austriaco tra i fondatori della secessione viennese, integra il soggetto floreale con il contesto decorativo, mettendo in relazione il vaso decorato a tinte piatte e motivi stilizzati di fiori e uccelli con il raffinato e sensibile naturalismo degli elementi della pianta.
Tra i motivi floreali più ricorrenti il ciclamino è presente nello stile liberty nella decorazione, sugli oggetti di uso domestico e sugli accessori.
Un disegno di grande suggestione è quello del pittore e designer tedesco Otto Eckmann, dove il linearismo calligrafico e sinuoso risente chiaramente dell'influenza dell'arte giapponese.
Un bellissimo marchio dal tratto liberty, raffigurante due eleganti ciclamini bianchi, opera dell'artista olandese Anna Julia de Graag, chiude questo mio excursus attorno a questo bellissimo fiore, anche se opere straordinarie presenti in rete con questo soggetto sono tante, in particolare di artisti espressionisti come E.L. Kirchner, Emile Nolde, Gabriele Munter, Henry Matisse, Raoul Dufy, e anche di artisti più contemporanei come gli statunitensi Cy Twombly e Ellsworth Kelly.
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